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Agosto 25, 2025L’on-field rehabilitation, o riabilitazione in campo, è una fase cruciale ma spesso sottovalutata del percorso di recupero post-infortunio. È il ponte tra la palestra e il campo, ed è fondamentale per garantire un ritorno sicuro, graduale e completo alla performance.
On-field rehabilitation
L’on-field rehabilitation (OFR) è una fase chiave del percorso di ritorno allo sport, in cui l’atleta ritorna gradualmente all’ambiente sportivo, dopo aver superato le prime fasi della riabilitazione in palestra. È il momento in cui la riabilitazione assume una forma più sport-specifica, con esercitazioni che simulano i reali gesti e carichi di gioco. È un momento di transizione: il paziente non è più “solo un infortunato”, ma non è ancora pronto per allenarsi e competere come prima. In questa fase si comincia a ricostruire la relazione tra il corpo, il movimento, lo sport e la performance. L’OFR non è solo correre e fare esercizi all’aperto, ma un lavoro strutturato, progressivo e specifico per lo sport dell’atleta, che mira a prepararlo in sicurezza al ritorno in squadra e alla competizione.
Perché è così importante?
Numerosi studi dimostrano che gli atleti che affrontano un percorso completo di return to play, comprensivo della fase sul campo, hanno risultati superiori in termini di forza muscolare, controllo articolare, resistenza cardiovascolare e minore rischio di recidive. Tuttavia, ancora oggi, molti atleti, soprattutto dopo infortuni gravi, come la rottura del legamento crociato anteriore (LCA), tornano allo sport troppo presto, saltando o riducendo la fase di riabilitazione sul campo. Questo aumenta il rischio di recidive o nuovi infortuni. L’OFR riduce questo rischio, migliorando la forza, la resistenza e la funzione articolare, preparando l’atleta in modo completo.
Il percorso di ritorno allo sport (RTS)
Il ritorno allo sport è un processo graduale che deve seguire una progressione in più tappe:
- Early rehab: gestione del dolore, mobilità, attivazione muscolare
- Mid rehab: recupero della forza, controllo motorio, simmetrie
- Late rehab: incremento dei carichi, preparazione neuromuscolare
- On-field rehab (OFR): simulazione graduale dei movimenti e degli stimoli di gara
- Return to training (RTT): reinserimento negli allenamenti con la squadra
- Return to competition (RTC): ritorno alla partita
- Return to performance (RTP): ritorno a un livello pari o superiore al pre-infortunio
Ogni fase serve a colmare il divario tra la condizione post-infortunio e la richiesta reale dello sport, gestita ognuna da figure professionali specializzate: fisioterapista (fase 1,2,3) e RTP specialist (laureato in scienze motorie, fasi 3,4,5,6,7). L’OFR è il ponte tra il lavoro del fisioterapista e il ritorno all’ambiente competitivo e saltarlo significherebbe esporre l’atleta a un gap troppo ampio tra riabilitazione e performance sportiva, con conseguente aumento del rischio di re-infortunio.
Cosa succede nella on-field rehabilitation?
Durante l’OFR, l’atleta esegue movimenti progressivamente più complessi che ricreano lo stress, le richieste biomeccaniche e psicologiche dello sport, come corsa, cambi di direzione, salti, sprint, azioni tecniche e movimenti sport-specifici. Ogni esercizio è sempre monitorato. Si utilizzano parametri oggettivi e soggettivi per valutare l’adattamento del corpo agli stimoli: distanze e velocità di corsa, frequenza e simmetria dei passi, frequenza cardiaca, fatica percepita (RPE), qualità del movimento. Questi dati permettono di personalizzare il carico e rispettare i tempi di recupero fisiologico. L’obiettivo è quello di ricondizionare gradualmente il sistema neuromuscolare, cardiovascolare, e psicologico dell’atleta, rendendolo pronto non solo a partecipare ma a performare in sicurezza.
Un ambiente “vero”, ma protetto
A differenza della palestra, il campo offre stimoli più realistici e imprevedibili: superfici, luci e altri stimoli. È qui che si iniziano a simulare situazioni simili a quelle reali di gioco, ma in un contesto ancora supervisionato e protetto, con carichi e difficoltà controllate. L’OFR è quindi è una fase costruita su criteri chiari e adattata alla singola persona. L’atleta non è ancora pronto per entrare nel gruppo squadra, ma non è più vincolato alla fisioterapia passiva. È in una “zona intermedia” in cui apprende nuovamente come muoversi nello sport, ma con un occhio clinico attento alla progressione.
Prevenire le recidive, non solo guarire
La letteratura scientifica è chiara: la precedente storia di infortuni è uno dei principali fattori di rischio per una nuova lesione. Nelle prime settimane del ritorno in campo le recidive sono molto frequenti. Questo accade per diverse ragioni:
- I tessuti possono essere guariti ma ancora non adattati agli stress di gara
- Mancano capacità neuromuscolari e reattive adeguate
- L’atleta può non avere fiducia nel gesto o nel carico
- La performance cognitiva (attenzione, reazione, lettura del gioco) può essere alterata
- L’OFR riduce tutto questo, migliorando non solo il recupero, ma preparando mente e corpo all’esposizione progressiva del carico
Conclusioni
L’on-field rehabilitation è una fase fondamentale, troppo spesso trascurata, nel percorso di return to play. È un momento cruciale per consolidare i guadagni della riabilitazione e costruire la base per una performance duratura, sicura e competitiva. Tornare a giocare non significa solamente “non avere più dolore”: significa essere pronti a sostenere gli sforzi fisici, mentali e tecnici del proprio sport. E questo può accadere solo se il percorso di return to play è completo.
Nota: Se vuoi scoprire come strutturiamo i percorsi sul campo nel nostro studio visita la nostra pagina dedicata al Return to Play:
